Bruxelles, 11 marzo 2020 – “Calamità naturali sì, crisi sanitarie no. Paradossale, ma per questa Europa il fondo di solidarietà si applica per terremoti e alluvioni ma non per il coronavirus”.
Lo spiega, non senza sconcerto, l’europarlamentare della Lega Paolo Borchia, in contatto da giorni con la direzione generale per le politiche urbane e regionali della Commissione europea. “Abbiamo chiesto nei giorni scorsi una valutazione urgente sulla possibilità di prevedere eccezioni a quanto previsto dal Fondo europeo di solidarietà, consapevoli della natura straordinaria degli effetti provocati dal Coronavirus. Da contatti informali – spiega Borchia – emerge che la Commissione, nonostante si parli apertamente di pandemia, continui a ritenere che le crisi sanitarie non rientrino nel campo di applicabilità del fondo”. Secondo la Lega, che ha chiesto anche oggi misure molto più stringenti al Governo italiano: “Vista l’entità delle conseguenze del coronavirus, l’Europa deve avere una percezione diversa della realtà e dell’applicazione del fondo, previa la quantificazione dei danni complessivi da parte delle autorità italiane”. “Servono decisioni in tempi rapidi non meeting e negoziati inutili – conclude Borchia – anche in merito a flessibilità e sforamento dei vincoli di bilancio. Qualcuno ha parlato di aperture, vediamo se alle parole seguiranno i fatti. Imprese e cittadini dei nostri territori non possono aspettare”.